I Maneskin, di
Giovanna Sica
Articolo pubblicato
sul settimanale Confidenze n. 33, agosto 2021
“E non
c’è vento che fermi / La naturale potenza / Dal punto giusto di vista / Del
vento senti l’ebbrezza / Con ali in cera alla schiena / Ricercherò
quell’altezza / Se vuoi fermarmi ritenta / Prova a tagliarmi la testa …” Zitti
e buoni.
Damiano
David, anni 22, lo sguardo sicuro di chi sa dove sta andando, di chi mentre ti
parla ti ha già sorpassato. Victoria De Angelis, anni 21, la faccia d’angelo e
il fuoco al basso. Thomas Raggi, anni 20, l’aria trasognata di uno che viene da
un altro mondo, la chitarra l’unico contatto col pianeta Terra. Ethan Torchio,
anni 20, metà elfo e metà cavaliere, un portento alla batteria. E buonasera
signore e signori, This is Maneskin, la prova viva e pulsante che quando c’
hai una marcia in più voli in alto senza manco prendere la rincorsa. Damiano,
Victoria, Thomas ed Ethan sono quattro adolescenti romani quando si incontrano
nel 2016. Victoria e Thomas suonavano già insieme, però il loro gruppo si era
sciolto ed erano alla ricerca di voce e batteria. Erano alla ricerca di Damiano
ed Ethan. Si riconoscono subito i quattro ragazzi della Capitale, sono pezzi
che si incastrano alla perfezione ed esce scritto Maneskin. Maneskin è una parola che arriva dalla
Danimarca, vuol dire chiaro di luna, sicuramente la mette in mezzo Victoria,
danese di madre. Chiaro di luna è proprio una bella suggestione, il riverbero
della luce lunare, le infinite possibili magie. È il 2017 quando la band
partecipa a X Factor, Manuel Agnelli, il loro perfetto mentore. I Maneskin sono
dirompenti, originali, sfrontati. Eppure non vincono, almeno sulla carta. Esce Chosen
(il brano con cui si erano presentati alle audizioni del talent), prodotto
da quel genio della musica che è Lucio Fabbri. E sì, Damiano, sei il pifferaio
magico, tu canti follow me follow me now e noi non possiamo fare a meno
di obbedire. È marzo del 2018 quando viene pubblicato il secondo singolo, Morirò
da re, certificato come il primo doppio disco di platino. A settembre dello
stesso anno è la volta di Torna a casa, canzone che si aggiudica il quintuplo
disco di platino. “Che mi è rimasto un foglio in mano e mezza sigaretta /
Restiamo un po’ di tempo ancora, tanto non c’è fretta/ Che c’ho una frase
scritta in testa ma non l’ho mai detta / Perché la vita, senza te, non può
essere perfetta / Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire…
“. La sua prima apparizione Marlena l’aveva fatta in Morirò da re
e ci era sembrata una donna, ma ci eravamo imbrogliati, dopo l’uscita del
secondo brano in cui viene nominata è la band stessa a chiarire l’equivoco: “Marlena
è la venere del gruppo, la personificazione della nostra libertà, creatività,
vita. Torna a casa è un pezzo da ascoltare a occhi chiusi e mente aperta.
Aprite la mente per tornare a casa”. Quanto è lungo il 2018 per i quattro
rockers romani! Il 26 ottobre mettono fuori il primo album in studio, Il
ballo della vita, Damiano ci crede talmente tanto che se lo appunta sul
petto. E poi ci crediamo tutti quanti, i Maneskin incantano ammaliano
conquistano. Segue una tournée europea, Il ballo della vita tour, che
registra il tutto esaurito a ogni tappa. L’anno successivo, a gennaio e ad
aprile, escono Fear for Nobody e L’altra dimensione,
rispettivamente terzo e quarto estratto. È l’autunno dell’anno Ventiventi e la
band torna a entusiasmare col singolo Vent’anni (E andare un passo più
avanti, essere sempre vero / Spiegare cos’è il colore a chi vede in bianco e
nero), primo estratto di Teatro d’ira, il loro secondo album in
studio, che arriva subito dopo la gara canora sanremese di marzo 2021. Il resto
è storia che è diventata già leggenda: i Maneskin si classificano primi alla settantunesima
edizione del Festival di Sanremo con Zitti e buoni e con lo stesso
potentissimo pezzo vincono anche l’ Eurovision Song Contest, per la
terza volta dalla nascita della competizione la vittoria va ad artisti
italiani. Spariscono un paio di parolacce dal brano (perché, poi, visto che le
parolacce le diciamo tutti, tutti i giorni?), ma il pezzo, per volontà dei
quattro artisti romani, rimane in italiano, perché così gli è venuto fuori e
così esprime al massimo la sua forza. Che lezione di autenticità, hanno dato a
tutti noi questi ventenni che già da giovanissimi stringono fra le mani una
verità indiscussa: non si può piacere a tutti. E proprio quando non ti sforzi
di piacere a tutti che spacchi. Archiviata la querelle coi cugini d’Oltralpe,
che hanno rosicato proprio un botto per la vittoria degli esordienti italiani,
è stata tutta una volata verso il cielo. Quanto è lungo il salto dal cantare
per strada a vincere l’Eurovision? Dipende. Da quanto credi in te stesso e nei
tuoi compagni. Da quanto fiato sai mettere nei tuoi polmoni. Da quanto coraggio
tiri fuori mentre ti butti, sicuro che non andrai giù, che sulla schiena ti
spunteranno ali in cera. Mia figlia decenne mi ha spifferato che su Tik
Tok è la prima volta che ragazzi di tutto
il mondo fanno il lip sync (mimano le parole, eh, signore e
signori, roba da generazioni Z e Alpha!) di una canzone italiana! E pazienza se
c’acchiappano solo su Parla, la gente purtroppo parla, già il fatto che
si cimentino è un onore per la lingua italica. L’ascesa dei Maneskin in Europa
e negli States è inarrestabile. Ovunque vanno sono accolti da veri divi,
d’altronde la posa da divi ce l’hanno, eccome se ce l’hanno. C’è chi li
paragona ai The Rolling Stones, chi agli U2. Io credo che i Maneskin sono
uguali solo a loro stessi, e, secondo me, stanno entrando meritatamente dalla
porta principale nell’olimpo delle grandi star della musica. Il 26 giugno
scorso, nel giorno del Pride, i rockers romani sono stati ospiti del Polsat
SuperHit Festival, trasmesso dalla tivù polacca; hanno messo in scena quella
cosa strepitosa e immaginifica che è I Wanna Be Your Slave che ti fa
cominciare a ballare anche contro la tua stessa volontà, e alla fine
dell’esibizione Damiano e Thomas si sono baciati. Un messaggio forte,
rafforzato poi da parole potenti su Instagram: “Pari diritti per la comunità
LGBTQIA+. Crediamo che tutti dovrebbero poterlo fare senza avere paura, che
tutti dovrebbero essere liberi di essere chi cazzo vogliono. Grazie Polonia. L’
amore non è mai sbagliato”. D’altronde, la loro liturgia pone sull’altare una
Marlena che ha un solo comandamento: sii te stesso, Marlena, vinci la sera,
spogliati nera, prendi tutto quello che fa comodo e sincera, apri la vela, dai,
viaggia leggera, tu mostra la bellezza a questo popolo (Morirò da re).
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