lunedì 17 giugno 2013

Magia di Gallipoli. Salento nel cuore.

Da dove partire in mezzo a tanta bellezza?

Magari dagli occhi neri di quella ballerina di pizzica vista l’altra sera. Con che sguardo malizioso tratteneva a sé il suo compagno di ballo. Lui la circondava, la corteggiava, la sfiorava, ma non la toccava mai. Se non con gli occhi. L’unico contatto fra loro due era questo foulard rosso fuoco, che si passavano mentre ballavano. Lui la abbracciava nel foulard mentre lei volteggiava velocissima, ma ad ogni giro si soffermava negli occhi desiderosi di lui. Poi lei gli porta via il drappello, si schermisce dietro quel brandello di stoffa e fa la smorfiosa ancora un po’. Ecco: al diavolo la magra Gwyneth Paltrow e i suoi biondi capelli. Stasera, qui, in questo momento vorrei essere mora che più non si potrebbe. Vorrei avere le forme morbide della mia amica ballerina e i suoi occhi ammiccanti. Si, vorrei essere io questa amica salentina. Almeno per questa notte. E muovermi come sa fare lei, dentro la sua lunga gonna bianca che sapientemente ogni tanto tira su.
Io non arrivo qui dalla Finlandia, ma da un’altra regione del sud, eppure questa terra mi ha stregato subito. Mi piace. E più vedo le stesse facce ad ogni sagra, più mi piace l’idea che questa gente scenda ogni sera a ballare nelle piazze. E non conta l’età e non conta il fisico. Conta la voglia. Ho visto signore che avevano passato pure i 70 ballare e divertirsi come bambine. Magia di Gallipoli. Magia della Pizzica. Questa danza che echeggia tempi lontani di corteggiamento nei campi, quando la vita forse era più semplice. Questa antica semplicità il Salento non l’ha mai persa.
Ieri sera poi mi imbatto per caso (cioè mio marito aveva scaricato il programma da internet, per me ci siamo arrivati sospinti dal vento caldo del Salento, che sa di mare e di spaghetti con le vongole) in una Gallipoli da mangiare e da godere. C’era la serata conclusiva della manifestazione “Strade golose 2012”. Una vera manna piovuta da un cielo, che invece pioggia non ne cede da un bel po’. E che dire del fatto che siamo solo io e mio marito, due adulti liberi e consenzienti nel voler camminare a lungo senza fermarci mai? Senza i due adorati figli di cui il grande (Lorenzo), dopo tre passi cerca subito una panchina, e la piccola (Isabel Patrizia), che, dopo due minuti nel passeggino, vuole subito scendere e correre. Ma, visti i 18 mesi di vita che ha, si “scapizza” di lì a poco. Non mi sembra vero. E non mi sento in colpa nemmeno un po’ per averli lasciati alla nonna. Partiamo!
Cominciamo subito assaggiando i formaggi. Sublimi. Il pecorino di media stagionatura è quello che preferisco. Ma che gioia pure la ricotta nella pampanella (foglia) di fico! Passiamo all’olio. E dagli uliveti che si vedono in giro, va da sé che ne producono tanto. E quant’è buono sul pane! Taralucci al peperoncino, alle olive, alla cipolla. Pitta, pittule. Marmellate di ortaggi e scapece salentina di alici. Zuppa di cicerchia e gamberi. Puccia e pomodori secchi che qua davvero son messi ad essiccare al sole. E li ho visti coi miei occhi non solo nei campi, ma anche su tutti i balconi di Gallipoli.Passiamo ai dolci. Non passiamo invece per la wine-zone, perché fa caldo e già solo un mezzo bicchiere di Primitivo di Manduria, mi è andato tutto in testa. Per i dolci la scelta è ancora più vasta. Biscotti ai pistacchi, dolcetti all’anice, caffettini salentini, africani. La mandorla salentina è regina di questo banchetto. La si può acquistare anche fresca in tutte le frutterie. C’è un pasticciere dietro un banchetto che prepara i  confetti alla mandorla in una grande pentola di rame sospesa sul fuoco e, dall’alto, un piccolo contenitore magico rilascia miele durante la cottura. C’è un grande stand dei pasticcieri salentini, che hanno preparato una enorme torta da offrire ai golosi passanti. Che profumo nell’aria di pasticciotti in cottura … bè, non ci sono parole adeguate per raccontarlo. Non avevo un grande ricordi dei pasticciotti, mi  sono ricreduta volentieri. Questo che ho in bocca ora, é meraviglioso. Caldo. Mi ha lasciato l’odore di buono nelle mani. E se lo dico io che sono la regina della pasta frolla, vi potete fidare! –Ma la frolla è aromatizzata all’arancia?- Chiedo al pasticciere che li sta adagiando nelle formine per cuocerli. –Anche la crema signora!Tutte e due! - Sono sicura che a rendere così friabile questa frolla ci sia lo zampino della sugna. Ma non posso chiederlo al mio amico pasticciere, è già di spalle a infornare nuovi deliziosi pasticciotti.  Andando via non disdegniamo un altro maghetto col cappello lungo lungo che ci offre una mousse al cioccolato. Ancora gioia per la bocca. Portiamoci via qualcosa! Sicuramente dei pasticciotti per la colazione di domani e poi il Primitivo di Manduria, i tarallucci alla cipolla, il pecorino e i confetti alla mandorla. Impacchettatemi vi prego anche il vento caldo che soffia in questi vicoli. La mia ballerina di Pizzica, il mare, l’asta del pesce che si fa al porto al tramonto e pure i cocomerini che sono tanto più buoni dei cetrioli. Siamo stanchi dopo tre ore che camminiamo, ma anche sazi. E non solo nella pancia. E mentre qualcuno spiega alla sua platea le virtù del gambero viola di Gallipoli, ci avviamo al centro storico per salutare una vecchietta ad un balcone. Lo sapevo. E’ là anche stasera. E dove altrimenti poteva essere? Essere là è come essere già in paradiso. Affacciata a questo balcone. Su questo mare. La sua testolina grigia si confonde quasi fra i vasi dei fiori. Mio marito azzarda un pensiero poetico:”Pensa questa signora si è svegliata qui davanti a tutta questa bellezza per tutta la sua vita “. E io aggiungo: “Ci vuole fortuna pure per essere vecchi!E soli. Perchè in faccia a tanta bellezza, accanto a questa chiesetta dai profili azzurri, con tutte queste risate dei passanti che salgono al suo balcone, questa vecchia signora, non si sentirà mai tanto sola”.

Peccato che la mia macchinetta fotografica sia troppo basica per fermare questa immagine nel tempo. Allora mi giro un’ultima volta, qualche secondo in più, per trattenere nei miei occhi la mia vecchietta al suo balcone. Il vento caldo nei vicoli. L’asta del pesce al tramonto. Il mare del Salento. La mia amica ballerina. E tutte le cose buone che ho annusato e mangiato in questo posto. In mezzo alla magia di Gallipoli.