venerdì 7 marzo 2014

-Allacciate le cinture- Ferzan Ozpetek

Ho appena visto questo film. Non è mia intenzione raccontarvelo. I film son come le canzoni. Non si raccontano. Non si spiegano. Si vivono. E io, "Allacciate le cinture", l'ho appena vissuto. E' qui con me. Prima ero io con tutte le cose che avevo, ora ho anche "Allacciate le cinture". Lo sento. E' come un virus. Mi  è entrato sotto la pelle e ora si piazzerà sul cuore mio. Non volevo alzarmi dalla sedia quando la proiezione è finita. Un tizio è venuto a dirmi: -Guardi che il film è finito.- E mi guardava con quei suoi occhi trasparenti, senza amore. Forse, avrà addirittura riso dei miei di occhi. Scintillanti e gonfi. E di me che non riuscivo ad uscire da dentro questo film. "No che non è finito imbecille" gli avrei voluto rispondere. Sono rimasta là. Con tre amici appesi ad una risata felice.
 Con Rino Gaetano che urlava il suo dolore. Ma quel dolore, "a mano a mano", diventava gioia. Amore. Perchè è così che è la vita. E' tutto e il contrario di tutto.

Elena. Elena ha grandi occhi. Che dicono cose che lei non vorrebbe. Elena ha un amore che le esplode in petto e non la fa deglutire davanti a lui, Antonio. Il cuore le fa sentire la sua spinta alla gola. Ha una vena sul collo a cui non sa impedire di tradirla. Di decidere per lei. Elena non ha scampo. Non ha scelta. E' l'amore che ha scelto per lei. Elena deve solo adattarsi. Ci sarebbero tutti i motivi del mondo per non farlo e non c'è nessuna buona ragione per finire fra le braccia di quest'uomo. Ma, all'amore non gliene frega niente di tutti i pensieri giusti e pensati a fin di bene. In quei pochi istanti in cui decide di cambiare tutta la sua vita, forse Elena avrà calcolato tutte le possibilità.  Magari avrà pensato: "Ora respiro più forte e quest'urgenza passerà". E invece non passa. Non ha alcuna possibilità, se non quella di amare Antonio. E neanche respirare le viene più facile mentre i suoi occhi non sono dentro quelli neri di lui. Che vive il suo stesso tormento. Non ha molte parole per raccontarle quello che prova, ma ha questi maledetti occhi neri e grandi,da cui è impossibile scappare ...

Fabio. Filippo Scicchitano è bravissimo nei panni di Fabio. 
Racconta di una scena che ho già vissuto da qualche parte: -E quella sera a casa mia si dava una festa, i grandi chiacchieravano i salotto, le porte spalancate sul giardino, e il profumo dei tigli che entrava. Io e Yusuf in camera, il giradischi acceso, un bacio per provare, per vedere che effetto fa. Ma tu baci con la lingua, sei capace? E all'improvviso, quel padre che non c'era mai e poi c'era anche troppo, entra come un pazzo nella stanza, mi prende a schiaffi, mi strattona, urla:" Sei un pervertito!" Si volta, ora colpisce Yusuf. E vedo il sangue, che macchia il suo bel viso. Di là mia madre, gli ospiti, i genitori di Yusuf, in silenzio. Ricordo ancora l'umiliazione, le lacrime, l'incomprensione.-. Certo, è "Rosso Istanbul". E' lì che ho già vissuto questa scena. E' lì che ho già pianto per questo dolore. 
E ho pianto per quasi tutta la proiezione del film. Lacrime buone, che fanno bene. "A mano a mano si scioglie nel pianto" il silenzio. Si scioglie nel pianto la miseria della nostra condizione umana. Ma anche la felicità. I tratti di splendore che illuminano ogni vita. Si scioglie nel pianto l'amore che, come aveva già detto Ozpetek, è "una mazzata fra capo e collo". La vita che a volte ci spoglia e ci lascia nudi sul balcone ad aspettare che piova. O che arrivi il sole, da qualche angolo di cielo, che proprio non te l'aspettavi. La vita che è imperfetta come due genitori che lo sanno che non si litiga davanti ai figli. Che lo sanno che i bambini curvano le spalle e fanno quella faccia lì, ma, lo stesso, non sanno fermarsi. Si scioglie nel pianto il mondo che è pieno di gente che si ama, ma che, ormai, sa parlarsi solo dandosi la schiena. Come se guardarsi negli occhi fosse diventato insopportabile. Si scioglie nel pianto ogni storia in cui ci sono persone che si ammalano, che però guariscono. Ma anche no. E se ne vanno ancora carichi di desideri. Di sorrisi sghembi. Di occhi affamati. 
Ho amato questo film, e questo mio nuovo amore non credo si consumerà tutto stanotte.
Ho amato questo film e quella musichetta malinconica che ritorna.
Ho amato questo film perchè le storie che mi passavano davanti agli occhi le sentivo così vere da poterci entrare dentro in ogni momento. Rischiando però di non poterne più uscire. 
Fui felice quando seppi che Kasia Smutniak sarebbe stata la protagonista femminile. Un pò meno (leggi: molto meno) di Francesco Arca come protagonista maschile. E invece Arca è stato bravissimo. E la sua imponente ed ingombrante fisicità è diventata solo uno strumento per esprimere Antonio, il suo personaggio. 

Antonio che non riesce sempre a fare la cosa giusta. Che annaspa dietro ad Elena, che sembra così perfetta. Antonio che ama con la purezza disarmante dei bambini.
Ah, vorrei dirvi tante altre cose! Dei splendidi battibecchi amorosi fra Viviana/ Dora ed Anna. Elena Sofia Ricci e Carla Signoris. Della voglia immensa di vita che c'è nelle risate spaventate di Egle. Paola Minaccioni. Degli occhi belli di Silvia. Carolina Crescentini. Dell' umanità di Diana. Giulia Michelini. Della bellezza sfacciata ed esasperata di Maricla. Luisa Ranieri. Di Maria Sole Piccinni, una meravigliosa piccola attrice, che esprime, in maniera eccellente, il triste disagio che, a volte, vivono i bambini nelle loro famiglie. Vorrei passare questa nottata appena cominciata a scrivere di questo film, ma non posso. Non sarebbe giusto. Andate al cinema a vedere "Allacciate le cinture", se vi va, e poi ne parleremo. Di come  un sentiero che porta al mare possa sbrecciare i confini del tempo. Di un corpo. Di un foulard rosso.


Non ho cenato stasera per la troppa emozione. Solo una birra. Patatine in busta alternate a semi di zucca e di girasole (per non sentirmi troppo in colpa). E poi gli ultimi scampoli di dolci del mio compleanno. Il mio tiramisù e la torta caprese della mia amica Valeria. Non chiedetemi le ricette, son quasi le due di notte. Sono di sicuro in qualche post più vecchio. Buonanotte, vostra giò.