mercoledì 15 settembre 2021

 


I Maneskin, di Giovanna Sica

Articolo pubblicato sul settimanale Confidenze n. 33, agosto 2021

 

 

E non c’è vento che fermi / La naturale potenza / Dal punto giusto di vista / Del vento senti l’ebbrezza / Con ali in cera alla schiena / Ricercherò quell’altezza / Se vuoi fermarmi ritenta / Prova a tagliarmi la testa …” Zitti e buoni.

Damiano David, anni 22, lo sguardo sicuro di chi sa dove sta andando, di chi mentre ti parla ti ha già sorpassato. Victoria De Angelis, anni 21, la faccia d’angelo e il fuoco al basso. Thomas Raggi, anni 20, l’aria trasognata di uno che viene da un altro mondo, la chitarra l’unico contatto col pianeta Terra. Ethan Torchio, anni 20, metà elfo e metà cavaliere, un portento alla batteria. E buonasera signore e signori, This is Maneskin, la prova viva e pulsante che quando c’ hai una marcia in più voli in alto senza manco prendere la rincorsa. Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan sono quattro adolescenti romani quando si incontrano nel 2016. Victoria e Thomas suonavano già insieme, però il loro gruppo si era sciolto ed erano alla ricerca di voce e batteria. Erano alla ricerca di Damiano ed Ethan. Si riconoscono subito i quattro ragazzi della Capitale, sono pezzi che si incastrano alla perfezione ed esce scritto Maneskin.  Maneskin è una parola che arriva dalla Danimarca, vuol dire chiaro di luna, sicuramente la mette in mezzo Victoria, danese di madre. Chiaro di luna è proprio una bella suggestione, il riverbero della luce lunare, le infinite possibili magie. È il 2017 quando la band partecipa a X Factor, Manuel Agnelli, il loro perfetto mentore. I Maneskin sono dirompenti, originali, sfrontati. Eppure non vincono, almeno sulla carta. Esce Chosen (il brano con cui si erano presentati alle audizioni del talent), prodotto da quel genio della musica che è Lucio Fabbri. E sì, Damiano, sei il pifferaio magico, tu canti follow me follow me now e noi non possiamo fare a meno di obbedire. È marzo del 2018 quando viene pubblicato il secondo singolo, Morirò da re, certificato come il primo doppio disco di platino. A settembre dello stesso anno è la volta di Torna a casa, canzone che si aggiudica il quintuplo disco di platino. “Che mi è rimasto un foglio in mano e mezza sigaretta / Restiamo un po’ di tempo ancora, tanto non c’è fretta/ Che c’ho una frase scritta in testa ma non l’ho mai detta / Perché la vita, senza te, non può essere perfetta / Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire… “. La sua prima apparizione Marlena l’aveva fatta in Morirò da re e ci era sembrata una donna, ma ci eravamo imbrogliati, dopo l’uscita del secondo brano in cui viene nominata è la band stessa a chiarire l’equivoco: “Marlena è la venere del gruppo, la personificazione della nostra libertà, creatività, vita. Torna a casa è un pezzo da ascoltare a occhi chiusi e mente aperta. Aprite la mente per tornare a casa”. Quanto è lungo il 2018 per i quattro rockers romani! Il 26 ottobre mettono fuori il primo album in studio, Il ballo della vita, Damiano ci crede talmente tanto che se lo appunta sul petto. E poi ci crediamo tutti quanti, i Maneskin incantano ammaliano conquistano. Segue una tournée europea, Il ballo della vita tour, che registra il tutto esaurito a ogni tappa. L’anno successivo, a gennaio e ad aprile, escono Fear for Nobody e L’altra dimensione, rispettivamente terzo e quarto estratto. È l’autunno dell’anno Ventiventi e la band torna a entusiasmare col singolo Vent’anni (E andare un passo più avanti, essere sempre vero / Spiegare cos’è il colore a chi vede in bianco e nero), primo estratto di Teatro d’ira, il loro secondo album in studio, che arriva subito dopo la gara canora sanremese di marzo 2021. Il resto è storia che è diventata già leggenda: i Maneskin si classificano primi alla settantunesima edizione del Festival di Sanremo con Zitti e buoni e con lo stesso potentissimo pezzo vincono anche l’ Eurovision Song Contest, per la terza volta dalla nascita della competizione la vittoria va ad artisti italiani. Spariscono un paio di parolacce dal brano (perché, poi, visto che le parolacce le diciamo tutti, tutti i giorni?), ma il pezzo, per volontà dei quattro artisti romani, rimane in italiano, perché così gli è venuto fuori e così esprime al massimo la sua forza. Che lezione di autenticità, hanno dato a tutti noi questi ventenni che già da giovanissimi stringono fra le mani una verità indiscussa: non si può piacere a tutti. E proprio quando non ti sforzi di piacere a tutti che spacchi. Archiviata la querelle coi cugini d’Oltralpe, che hanno rosicato proprio un botto per la vittoria degli esordienti italiani, è stata tutta una volata verso il cielo. Quanto è lungo il salto dal cantare per strada a vincere l’Eurovision? Dipende. Da quanto credi in te stesso e nei tuoi compagni. Da quanto fiato sai mettere nei tuoi polmoni. Da quanto coraggio tiri fuori mentre ti butti, sicuro che non andrai giù, che sulla schiena ti spunteranno ali in cera. Mia figlia decenne mi ha spifferato che su Tik Tok  è la prima volta che ragazzi di tutto il mondo fanno il lip sync (mimano le parole, eh, signore e signori, roba da generazioni Z e Alpha!) di una canzone italiana! E pazienza se c’acchiappano solo su Parla, la gente purtroppo parla, già il fatto che si cimentino è un onore per la lingua italica. L’ascesa dei Maneskin in Europa e negli States è inarrestabile. Ovunque vanno sono accolti da veri divi, d’altronde la posa da divi ce l’hanno, eccome se ce l’hanno. C’è chi li paragona ai The Rolling Stones, chi agli U2. Io credo che i Maneskin sono uguali solo a loro stessi, e, secondo me, stanno entrando meritatamente dalla porta principale nell’olimpo delle grandi star della musica. Il 26 giugno scorso, nel giorno del Pride, i rockers romani sono stati ospiti del Polsat SuperHit Festival, trasmesso dalla tivù polacca; hanno messo in scena quella cosa strepitosa e immaginifica che è I Wanna Be Your Slave che ti fa cominciare a ballare anche contro la tua stessa volontà, e alla fine dell’esibizione Damiano e Thomas si sono baciati. Un messaggio forte, rafforzato poi da parole potenti su Instagram: “Pari diritti per la comunità LGBTQIA+. Crediamo che tutti dovrebbero poterlo fare senza avere paura, che tutti dovrebbero essere liberi di essere chi cazzo vogliono. Grazie Polonia. L’ amore non è mai sbagliato”. D’altronde, la loro liturgia pone sull’altare una Marlena che ha un solo comandamento: sii te stesso, Marlena, vinci la sera, spogliati nera, prendi tutto quello che fa comodo e sincera, apri la vela, dai, viaggia leggera, tu mostra la bellezza a questo popolo (Morirò da re).



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